“riceviamo e volentieri pubblichiamo” La redazione
L’ultimo rapporto Censis sull’Italia oltre a delineare il ritratto di un Paese in declino, anagraficamente sempre più vecchio, ci descrive come una comunità in via di disgregazione, impaurita, che oltre alla speranza in un futuro migliore sta perdendo anche la solidarietà. Un Paese incattivito e che tratta sempre peggio i suoi giovani, per cui quando si apprende che qualcuno di loro (e per fortuna sono ancora tanti) non si rassegna al torpore e si danna l’anima per emergere e trovare lavoro, è come un raggio si sole che filtra tra le nubi di un uragano, un filo d’erba che spunta tra i sassi. E’ il caso di Vincenzo Borsa, 25 anni, giovane modello di Pontecagnano Faiano che prova a bruciare le tappe del proprio percorso di vita, a mangiarsi il proprio destino anziché farsi mangiare. Salito alla ribalta della recente cronaca locale grazie alle ultime fruttuose apparizioni – vincitore del concorso “Sposi ma non solo” l’8 novembre scorso, apparso nel videoclip “Si nun tuorn tu” dell’emergente rapper Alessio Giordano in arte Hales – l’abbiamo incontrato per una breve intervista.
Quando hai scoperto il tuo interesse per la moda?
«Cominciò quasi per gioco, quando un noto parrucchiere di Pontecagnano Faiano (Sica Bruno) mi invogliò affinché partecipassi ad un concorso locale (si chiamava “Miss e Mister Auto d’Epoca”). Ero appena maggiorenne.»
Ricordaci come andò quel concorso
«E chi se lo scorda! Erano i miei primi passi, pieno di vergogna. Le gambe che mi tremavano ed i continui dubbi su cosa ci facessi lì. Ad un certo punto, un attimo prima di sfilare, sbirciando il pubblico mi dissi “Ma quanta gente c’è? No, io non esco”. Stavo quasi per fermarmi e tornare indietro ma poi mi feci coraggio ed entrai “Ormai ci sono, come va va” mi ripetei. Al mio ritorno ero ancora incredulo, un nodo in gola e la strana sensazione di scoprirmi triste e felice nello stesso tempo. Avevo capito che quello era ciò che volevo fare. Il mio sogno, il mio scopo da realizzare. Forse quel giorno, quella prima passerella, mi ha cambiato la vita. Mi ha indicato una strada. Tra l’altro vinsi anche una fascia (la cosa più inaspettata di tutte) quella di Mister portamento.»
Data la precarietà del lavoro ormai da tempo si assiste in Italia ad una vera e propria fuga dei giovani (specie del sud) dal proprio luogo natìo. Perché le occasioni migliori sono altrove. E’ così anche nell’ambito della moda?
«E’ il solito discorso. Qui al sud in realtà avremmo tantissimi motivi per restare, tante ricchezze da sfruttare e che ci farebbero crescere. Ma non lo facciamo. Se poi parliamo di fashion, si sa, la capitale italiana è Milano. E’ l’approdo naturale per chi lavora in quest’ambito. Ed io m’impegno tutti i giorni per raggiungerlo.»
Ti dividi tra il lavoro di indossatore, i videoclip musicali e i provini tv. In questo momento qual è la tua principale ambizione?
«La passerella è la mia isola preferita. D’altra parte ho cominciato facendo l’indossatore per aziende d’abbigliamento locali e riviste specializzate di piccola diffusione. Collaboro con brand, comparse da protagonista in video musicali, e mi propongo a casting molto importanti a livello nazionale. Ma tra gli shooting fotografici, le ospitate tra radio e web tv, ed i provini per agenzie nazionali, è senz’altro la moda il mio primo amore. Ma naturalmente sono pronto a cogliere tutte le occasioni che mi si presentano, con l’animo e la predisposizione che servono. Ossia lo spirito di chi sa che non deve limitarsi ad aspettare che il treno giusto passi e si fermi davanti a lui. Se non si ferma io ci provo comunque e ci salgo in corsa!»
Per inseguire il suo sogno e coltivare le sue passioni Vincenzo Borsa è dunque pronto alla scalata. Anche a mani nude e senza fune di sicurezza. Perché il coraggio non va mai giù di moda.